Tag
Achtung Baby, amore saffico, Bono Vox, Chevalier de Pas, epifanie musicali, Gianluca Mollo, Il cielo capovolto, Le lettere d'amore, Marco Masini, Ombreflessuose, One, Roberto Vecchioni, U2, Ultimo canto di Saffo, walkman
Ahh…
questo “fiore giallo” esce in anticipo rispetto agli uno/due a settimana che avevo fin qui pensato. Ma dopo una giornata come quella di ieri, che mi ha offerto anche troppi spunti polemici (non mi rammarico certo di essere stato polemico, bensì che gli spunti fossero purtroppo così tanti), avevo bisogno di un po’ di acqua fresca per dissetarmi.
E con l’occasione faccio anche uno strappo alla regola, dal momento che i due fiori di oggi non sono di estrazione letteraria, bensì musicale. Con testi scritti, però, da un professore di lettere del liceo, e dunque il cerchio può dirsi perfetto 😉
Adoro ciò che scrive e canta Vecchioni, e pensare che fino ai 30 anni quasi non lo conoscevo. In campo musicale tendo a volte ad essere un po’ esterofilo. Poi un bel giorno, durante il viaggio di ritorno in treno da una piccola vacanza or non ricordo con esattezza dove (ma sarà stata Roma o Firenze, bella storia, insomma), un amico mi ha passato le cuffie del suo walkman per farmi ascoltare un paio di pezzi. Ed erano proprio questi due qui sotto. L’amico si chiama Gianluca, è un poeta e scrittore, e colgo qui l’occasione per ringraziarlo pubblicamente, per avermi permesso di scoprire questi due piccoli gioielli ed il loro autore (°).
Il primo brano si intitola Le lettere d’amore (Chevalier de Pas), e non voglio qui annoiarvi elencando tutte le corrispondenze di amorosi sensi, i concetti e le parole in cui in esso mi riconosco. Ciascuno di voi potrà trovarne di propri, se gradirà. Vi basti sapere che si tratta di uno dei brani musicali che in assoluto amo di più, perchè lo sento mio come pochi altri.
Ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo, anni fa, durante un concerto all’aperto di Vecchioni su una pubblica piazza. Quando l’ho visto lì sul palco, uno scricciolo d’uomo ingrigito e smunto, che pareva lo tenesse su l’aria, mi sono domandato come avrebbe fatto ad eseguire certi brani, specie quelli dai toni più alti e vivaci, anche se erano i suoi. Poi cominciò a cantare, e il dubbio svanì.
Ad un certo punto (non conoscevo la scaletta) arrivò il momento più sperato ed atteso, quello in cui annunciò questo pezzo, e attaccò. E lo rese in un modo, in un modo, vi dico, che capii forse meglio che in qualunque altra occasione come, per fare bene una cosa (anche se non hai più vent’anni e nemmeno 30 o 40 e sembra quasi che ti possano mancare le forze da un istante all’altro) è sufficiente farla con amore. Perchè come disse lui stesso più tardi, lì su quel palco, sempre di amore si tratta. “Tutto quanto è amore”, ci disse.
Ho parlato anche troppo, ora è il momento di lasciare parole e musica al maestro… ci risentiamo dopo il brano!
Piaciuto? Se non vi è piaciuto, ragazzi, fatemi (e soprattutto, fatevi) un favore: riascoltatelo, perchè non è possibile. Ok? 🙂
Bene, passiamo al secondo brano. Il cielo capovolto (Ultimo canto di Saffo) che dà il titolo anche all’album dal quale entrambi i pezzi sono tratti, e la cui copertina potete vedere nella foto qui sopra (di nuovo un quadro di Klimt, neanche a farlo apposta). Un testo delicato e struggente, di amore sensibile, appassionato, di straordinaria dolce bellezza. Un amore saffico, certo, di una donna per una donna. Giusto per restare in tema con i miei post più recenti, in fatto di amore che sia amore, senza bisogno di aggiungere altro. A questo proposito, voglio citare il commento di Mistral, una poetessa che ho da poco conosciuto tramite il suo blog Ombreflessuose, che vi consiglio caldamente di visitare. In calce al mio precedente fiore giallo, Mistral ha scritto queste parole:
L’ amore non si giudica ma si vive
Ogni amore ha la propria bellezza
L’ amore è sovrano
Non credo occorra aggiungere altro.
Non mi rimane, per la seconda ed ultima volta di oggi, che lasciare la parola alla musica. Alla prossima!
_________
(°) Cosa non nuova, peraltro, nel panorama delle mie personali epifanie musicali. Un episodio analogo era capitato durante il servizio militare, correva l’anno 1992, una sera in cui io e il mio amico Paolo eravamo seduti sulle rispettive brande in attesa che venisse l’ora della libera uscita.
Io stavo sproloquiando di Masini, fino a che lui mi tese le cuffie attaccate al walkman con cui stava ascoltando una cassetta appena comprata. Disse solo “zitto e ascolta qui”. Io tacqui e ascoltai. La suadente voce divina di Bono giunse ad accarezzarmi i timpani con i versi di One, e da quel giorno (come già altre volte, in altri ambiti) il mondo non fu più lo stesso 🙂
_________
(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)
Mi pare fossimo a Roma, era nel 2000 🙂 Sono commosso, ma il merito non è mio, è del Professor Vecchioni… un grande!
"Mi piace""Mi piace"
Uh, se era quell’estate lì, direi che i due brani in oggetto hanno dato il là ad una gran bella stagione 🙂
Appena tornati dalla vacanza ho firmato il contratto con una nuova e più grande azienda in cui sono rimasto quasi 10 anni…
ho iniziato a seguire la stagione della Roma da abbonato, dal vivo, godendomi dei bellissimi soggiorni non di rado in buona compagnia (idea folle e fortunata quant’altre mai quella lì, visto che alla fine abbiam vinto il campionato)…
ho portato una relazione a distanza su un piano decisamente più coinvolgente e meritevole di essere ricordato nei secoli…
insomma, da lì in poi ne son successe proprio delle belle! 😀
"Mi piace""Mi piace"
Bellissime canzoni, che sono soprattutto poesie. Anche le immagini dei due video sono molto suggestive ed accompagnano bene i testi. Grazie per averceli fatti ascoltare.
"Mi piace""Mi piace"
Prego, grazie a voi che avete la costanza di leggermi, e apprezzate ciò che ho da proporvi 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Caro Dario, prima di tutto grazie per le belle parole spese nei miei riguardi
Ma anche se definisco le mie parole poesie, senza falsa modestia non sono e neanche mi sento poeta
La musica è la colonna sonora della vita, senza è come vivere in un mondo arido e vuoto.
Conosco un po’ Vecchioni ma queste due Perle di poesia e musica mi hanno incantata e commossa
Queste parole: “Scrivimi da un altro amore” da il Cielo Capovolto e “Il senso delle stelle non è quello di un uomo” da Le lettere d ‘amore, nascono da un animo raffinato e sensibile, come Vecchioni è
Grazie ancora, i tuoi Fiori profumano di bellezza
Buona domenica
Mistral
"Mi piace""Mi piace"
Cara Mistral,
anche per me le tue poesie sono come fiori, delicati e di profumata bellezza. Non a caso ho definito il tuo commento, che ho voluto citare, un fiore perfetto. E presto, sulla scorta di tale definizione, avrò piacere di spiegare che cosa significhi e cosa mi ricordi questa mia personale espressione.
Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato le due canzoni che ho proposto. Per me sono estremamente significative, e condivido appieno l’accento che hai posto su quelle due particolari frasi. Il senso delle stelle che non è quello di uomo è un monito di infiniti rimpianti, che purtroppo ci sono e vanno lasciati andare, come amici troppo appiccicosi dei quali sia cosa di gran lunga migliore fare a meno.
“Scrivimi da un altro amore” è un’immagine che se possibile mi appartiene ancora di più. Chi voglia e possa intendere, non avrà alcuna difficoltà a capire, anche senza conoscermi.
Anch’io credo che senza musica non si possa vivere, o meglio, che si possa, ma sia cosa assai più triste. Di recente non ho ascoltato musica per quasi un anno, e ti lascio immaginare quanto mi sentissi arido e vuoto. Il problema ovviamente non era la musica o la mancanza di essa, ma la mancanza di me.
Tornare ad aver voglia di ascoltarla, di lasciarmi corroborare da tanta bellezza, non è solo il volermi abbandonare, sorridendo, ad una magia potente.
E’ il segno di un ritorno alla vita.
Buona domenica a te, e a presto.
Dario
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Fiore giallo n° 10 (o di luminosi sorrisi) | Julian Vlad
L’ha ribloggato su Nove fiori gialli.
"Mi piace""Mi piace"