Un paio di pensieri mi sono tornati in mente spesso, durante il tempo trascorso giù nel profondo, dove è nero (v. la prima parte di questo post).
Due esortazioni, se vogliamo, a cui ritornavo come sorta di auto-incoraggiamento.
La prima l’ho ascoltata su Radio Deejay, un mattino, mentre rientravo in auto da una trasferta di lavoro. Linus stava intervistando un ospite, di cui non ho afferrato il nome, che parlava di sport estremi e kit di sopravvivenza.
Per essere precisi, più che parlare questo signore sussurrava: labbra incollate al microfono e trasporto epico, quasi sognante, come chi non solo sia convinto fin nel midollo di ciò che ha da dire, ma si compiaccia pure parecchio di poterlo raccontare ad un folto uditorio.
Non che ci sia nulla di male in questo, per carità. Però, ecco, più che un’intervista pareva l’appassionata omelia di un predicatore. Di cui mi è rimasta impressa l’esortazione finale:
Se state attraversando l’inferno, andate avanti.
