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autobiografia, avventura, Carlo Lucarelli, fede giallorossa, giallista, giallo, letteratura gialla, libri buoni, libri felici, libri perfetti, narratore, nota autobiografica, romanzo, Stephen King, tredici anni
Buongiorno a tutti!
Rieccoci all’appuntamento fisso introdotto la scorsa settimana, con la mia storia in due parti dal titolo Un cespuglio di fiori gialli.
Il prossimo “fiore giallo” che vi propongo è una citazione anonima, giacchè non mi sono annotato l’autore, ammesso che fosse indicato:
I libri buoni sono così: felici, a loro modo perfetti.
Avendo avuto la fortuna di leggere non pochi libri felici, e spero che molti ne incontrerò ancora, condivido al 100% quest’affermazione. Di una bellezza concisa, netta e pulita, che risuona di un accento kinghiano (nel senso che l’autore potrebbe benissimo essere Stephen King, narratore maestro nel coniare frasi di semplice concisione e bellezza).
In attesa di scoprire il misterioso autore, e dal momento che nell’occasione odierna non voglio certo cavarmela così in fretta, allo stesso prezzo – ovvero la vostra cortese quanto gradita attenzione – quest’oggi vi offro anche un secondo fiore:
Cominci a scrivere perchè hai in testa una storia e questa storia non te la sta raccontando nessuno. Io ho cominciato a scrivere esattamente per questo motivo. Avevo in mente una storia, una specie di viaggio epico di tre persone alla ricerca di qualcosa in paesi sconosciuti, una specie di polpettone di avventura. Ero un ragazzino, avevo tredici anni, avevo una gran voglia un pomeriggio di domenica, non avevo niente da fare, di questa cosa qua.
Se avessi trovato un romanzo un film un fumetto che me l’avessero raccontata probabilmente mi sarei spento per un altro po’. Il fatto è che non c’era.
Come faccio ad avere questa storia qui? Me la racconto da solo. L’unico modo per fare questo era mettermi lì con la penna e scriverla.
Non è un caso che questa nota autobiografica del noto giallista mi abbia colpito. Non tanto perchè a mia volta mi sia trovato a scrivere una storia che avrei voluto leggere o sentirmi raccontare. O perchè sappia bene cosa significhi avere tredici anni e iniziare un’avventura che ti accompagnerà per tutta la vita (qualunque riferimento alla mia fede giallorossa è del tutto casuale… non ci credete? fate bene! :-D).
Ma perchè so anch’io come, spesse volte, le storie molto semplicemente nascano così. Ti vengono in mente, e una volta spuntate pretendono attenzione e diventano sempre più insistenti, chiedendoti di farle uscire allo scoperto. A quel punto di solito sono già bell’e pronte per camminare da sole, e non rimane che accontentarle. Scrivendole 🙂
Alla prossima!
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(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)
Succede allo scrittore come al musicista o al poeta: quando arriva l’ispirazione bisogna correre a fissarla sulla carta per non lasciarla fuggire e non si saprà mai perchè l’ispirazione sia arrivata proprio in quel momento piuttosto che in un altro. E’ arrivata e bisogna coglierla e coltivarla, affinchè continui a produrre. Un’idea dopo l’altra ecco che nascono il racconto, la melodia, la poesia. Ne traggono gioia gli stessi autori, soddisfatti del prodotto ottenuto, ma anche le persone che amano leggere ed ascoltare.
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Condivido, non avrei saputo dirlo meglio! E detto da una musicista, ancor di più lo apprezzo 🙂
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🙂 🙂
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Ciao Dario! Con piacere torno a frequentare questo tuo “giardino” Rispetto allo scrivere volevo aggiungere che, nella mia esperienza, sovente le storie sembrano aspettare solo il momento giusto per nascere.
Magari non ne ho voglia e neppure so cosa scrivere, ma mi metto alla tastiera perchè ho promesso di scrivere un racconto per un giornale di amici miei o perchè voglio stupire qualcuno con un dono indedito: improvvisamente la storia si fa strada tra i miei pensieri, le parole si compongono in frasi, le immagini si organizzano in scene. Onestamente non so il perchè…
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Ciao Luciano! E bentornato. Piacere mio di riaverti come gradito ospite.
Riguardo allo scrivere, anch’io non saprei dire il perchè di pagine che si concretizzino quasi da sole, anche quando, come giustamente osservi tu, magari non se ne ha nemmeno voglia o non si sa di cosa parlare…
Quello della scrittura parrebbe proprio essere un demone potente, e non è detto che – pur in quanto demone – non possa dimostrarsi un ottimo compagno di viaggio, tra i migliori che si possano desiderare 🙂
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Pingback: Fiore giallo n° 4 | Julian Vlad
L’ha ribloggato su Nove fiori gialli.
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