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(segue dalla prima parte)

La nuova casa aveva un balcone lungo quanto la casa stessa, e ad un certo punto si allargava in un ampio terrazzo, diventato fin da subito uno dei miei luoghi di giochi e di svago preferiti. Un posto perfetto, nella bella stagione, dove leggere i miei fumetti, e poi, nel giro di un paio d’anni, i miei primi libri; fino ad arrivare ad oggi, potendone contare svariate centinaia degli uni e degli altri.
Dal momento che ci eravamo portati dietro la nostra vecchia sedia a sdraio, fu comodamente seduto su di essa che iniziai tale intensa e piacevole abitudine di lettura, lì sul terrazzo della nostra nuova casa.
Durò molti anni, quella vecchia comodissima sdraio, dai pesanti tubolari in ferro e con braccioli di legno spessi due dita, passando anche attraverso un paio di restauri “fatti in casa” dal mio vecchio. Poi venne sostituita da un modello più recente e leggero, in alluminio, che però non era altrettanto comodo. E che a sua volta fu rimpiazzato, in meglio, da una terza versione tuttora in uso.

Di fronte e sotto di me, quando leggevo in terrazzo, non vedevo più un cortile asfaltato, e case una di fianco all’altra, ma il mio giardino; e poco oltre, al di là del muretto di cinta e di una statale a due corsie, pioppeti e campi coltivati.
In giardino, mio padre ha piantato negli anni diversi alberi, che sono cresciuti fino a superare l’altezza della casa, e cespugli di rose rampicanti, che si sono allargati lungo le recinzioni del cortile. Oltre a questi, anche se non ricordo con esattezza quando, ha piantato un cespuglio di fiori gialli, da cui poi ha ricavato dei rami che, piantati nel terreno a loro volta, hanno generato altri cespugli dei medesimi fiori.

Ho sempre apprezzato molto questi fiori gialli, che col tempo ho scoperto chiamarsi forsizie. Sia perchè hanno davvero un bel colore, con questi petali allungati che rendono ogni ramo fiorito un piccolo trionfo luminoso, Sia perchè fioriscono verso la metà di marzo, e sono tra i primi fiori dell’anno a spuntare, annunciando l’arrivo della primavera.
(Lo si può notare nella foto qui sopra, con il prato del mio giardino che denuncia ancora i segni dell’inverno, mentre quell’alberello spoglio lì dietro è un pesco: più avanti si ricoprirà di una ricca chioma di fiori rosa, ma in quel momento dell’anno è ancora triste e disadorno).

Ne avrete visti spesso anche voi, perchè le forsizie crescono un po’ ovunque, ornano i giardini di molte case e si trovano anche in cespugli spontanei lungo le strade.
Fioriscono proprio nei giorni in cui l’inverno sta per cedere il passo alla bella stagione, ed io, favorito dal clima che si fa più mite, torno a leggere all’aperto, seduto in terrazzo sulla mia brava sedia a sdraio. Dunque, l’arrivo di questi fiori gialli mi preannuncia qualcosa di particolarmente bello, il ritorno ad un piacere semplice e antico le cui radici sono radicate nella mia infanzia, e che ad ogni primavera si rinnova.

Da qualche anno, poi, ho preso l’abitudine di annotarmi quelle frasi e (a volte) interi brani, tratti dalle mie letture, che mi abbiano colpito in modo particolare. Raccolte in un’agenda, queste annotazioni scritte a mano hanno cominciato ad assomigliare, a loro volta, ad una composizione floreale, ricordandomi proprio quei piccoli fiori gialli il cui riapparire saluto sempre con gioia (e con un senso di gratitudine che mi riporta a tali letture, in una circolarità simbolica davvero perfetta).
Non posso giurare che queste citazioni siano state raccolte tutte, ma proprio tutte, nei momenti in cui stavo leggendo all’aperto sul mio terrazzo; anzi, è pressochè certo che non sia così, dal momento che amo leggere in qualsiasi luogo mi trovi, e in qualunque stagione. Peraltro, ricordo esservi fra loro anche qualche frase ascoltata al cinema o in tv. Ma è il significato a cui rimandano ciò che conta, dico bene?

Un giorno, aprendo l’agenda per riportarvi una nuova annotazione, mi è venuto in mente che – oltre a conservarli – sarebbe cosa buona e giusta tirarli fuori, di tanto in tanto, questi piccoli fiori di carta. E condividerli qui sul mio blog. Con una certa regolarità, tipo una volta a settimana; magari con un mio commento, se mi parrà il caso, sennò anche senza.
E quindi, in conclusione di questa mia storia, eccovi il primo:

Nel vuoto silenzioso e senza stelle si sente respirare l’universo.
Il respiro genera il pensiero.
Il pensiero genera la luce.

Silver Surfer, Communion
testi di Dan Chariton e Stacy Weiss, disegni di Milx
collana 100% Marvel del novembre 2004, Marvel Italia

Bello vero?
Non so a voi, ma a me piace tantissimo 🙂

A presto, dunque, con il prossimo “fiore”!

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(La foto del cespuglio di forsizie è tratta da questo album personale sul mio profilo Google+)