In questo periodo non ho molta voglia di parlare di me, ma ho un paio di tag in arretrato che aspettano da un po’ di tempo, e anche per una forma di cortesia nei confronti di chi mi ha nominato, ho deciso di non fare attendere oltre le mie risposte.
Non mi interessa qui analizzare le cause, vere o presunte, che portarono gli Americani alla decisione di usare l’Atomica per la prima e si spera ultima volta nella storia. Per quello c’è Wikipedia: chi lo desideri può leggersi la pagina relativa a tali eventi, e farsi una propria idea.
Ciò che mi interessa è ricordare le vittime innocenti di quegli avvenimenti: fra le 100 e le 200mila persone, in massima parte civili inermi, spazzati via con due sole bombe. A cui si aggiungono altre centinaia di migliaia di morti causati dalla radioattività residua nei decenni successivi.
E, insieme, a loro, ricordare tutte le vittime civili di ogni guerra in cui siano stati bombardati obiettivi non militari, con l’intento di fiaccare il morale e la capacità di resistenza del nemico. Come a Rotterdam, Dresda e Hanoi, tanto per citare alcune delle pagine che tendiamo ad ignorare, o a dimenticare ben presto, una volta finita la scuola e chiusi i libri di storia.