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(segue dalla prima parte)
E fin qui, la storia era nota. Nel frattempo, però, è successa un’altra cosa, di cui non credo che molti siano al corrente, se non per via di qualcuno in famiglia che ne sia stato toccato. Come nel mio caso.
Con l’assegno di luglio, l’INPS liquida una quattordicesima mensilità ai pensionati di fascia più bassa, quale ulteriore misura di sostegno alla loro condizione economica.
Ora, mia madre è una di questi pensionati al poco più che minimo sindacale, e come tale percepisce detta quattordicesima mensilità. Che però a quest’ultimo giro, cioè il mese scorso, non le è stata versata. Qualche giorno dopo l’inizio di luglio, l’INPS le ha inviato una lettera in cui la informava che, prima di corrisponderle la somma prevista, era necessario che lei fornisse all’istituto i propri dati reddituali per il 2014, che non erano noti.
Una richiesta legittima, per carità. Mia madre non ha mai avuto redditi diversi da lavoro dipendente o da pensione, fra le due condizioni è stata una semplice casalinga per parecchi anni, nei quali ha versato contributi volontari per assicurarsi una futura pensione un po’ più consistente del minimo di base. Non ha mai posseduto niente più dei propri vestiti e di una bicicletta, non ha mai avuto possibilità o necessità di chiedere delle detrazioni Irpef a fronte di spese detraibili in sede di 730, e di conseguenza non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi. Continua a leggere