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Da alcune settimane sto ascoltando parecchia musica. Mentre lavoro, mentre disegno, o mi occupo di altre cose che comunque mi consentano di tenere almeno un orecchio attento e vigile.
In pratica sto facendo suonare tutti i miei cd, con un duplice, anzi triplice, intento: il piacere di gustarmi album e singoli pezzi che non sentivo da un po’, riscoprendone magari alcuni (a volte scoprendoli del tutto, perché in occasione dei primi ascolti non li avevo capiti); passarli uno dopo l’altro sul pc per salvarmene una copia di backup in mp3; valutare se questo o quel cd, una volta salvati in digitale i due-tre brani che ne valgano la pena, possano essere ritenuti superflui e smerciati su eBay senza troppi rimpianti.
Attività, quest’ultima, che dato il mio periodico indulgere allo shopping compulsivo, sia on-line che di viva mano (di svariate cose che non potete immaginare, mica solo di musica… so di essere un caso clinico), rendesi necessaria per recuperare un po’ di spazio sugli scaffali e rientrare in possesso di qualche spicciolo.
Nel terzo raggruppamento, quello dei cd avviati a lasciare la mia casa certo che non ne patirò mai la mancanza, ho messo giusto oggi Use you illusion I e II dei Guns N’Roses. Trenta pezzi in tutto, ne salvo a malapena una dozzina, dei quali i due più famosi (Knockin’ on Heaven’s Door e Live and let die) sono delle cover. Fatte bene, per carità, ottime reintepretazioni, soprattutto la prima. Ma restano sempre delle cover.
E pensare che il loro primo album, Appetite for destruction, è davvero buono. Per fortuna ho anche quello, e me lo tengo stretto. Certo, non mi spingo a definirlo uno dei più importanti lavori nella storia del rock, come ha fatto qualcuno. Ma mi garba parecchio.
Però se passo da quel cd agli altri due avverto la chiara sensazione che molto si sia perso per strada, se non tutto. Che il meglio, i rissosi e ingestibili Axl Rose & soci lo abbiano dato all’inizio, e poi non siano più riusciti né a ripetersi, né ancor meno a migliorarsi.
Intendiamoci, io non sono e non ho la presunzione di atteggiarmi a critico musicale: la mia competenza di musicista dilettante non è tale da consentirmi disamine tecniche in materia. Però ho un discreto orecchio. E al mio orecchio, circa due brani su tre della coppia di album in questione non dicono proprio nulla, anche riascoltandoli 4-5 volte di fila. Senza nemmeno volermi soffermare sui testi, che ignoro del tutto. Perché una canzone prima di ogni altra cosa è musica, e se un pezzo non mi “suona” bene, può contenere tutte le parole che crede, fosse pure un capolavoro in rima baciata, ma non mi sposta nulla.
Per finire, riassumendo il mio pensiero in una sola frase: Use you illusion I e II, molto rumore per (quasi) nulla. Se a qualcuno dovessero interessare, per 10 sacchi spedizione inclusa glieli faccio avere entrambi, a stretto giro di posta. Con i miei omaggi 🙂
Andiamo avanti.
Nel primo raggruppamento, quello dei cd riscoperti, metto la pressoché intera opera omnia dei Subsonica. Un gruppo che ho ascoltato per la prima volta dal vivo, in un concerto a Cuneo, e non posso dire di averli apprezzati da subito, perdipiù in una serata compromessa da una gelida pioggerellina. Sonorità e melodie troppo singolari, si rendeva necessario un approccio più graduale. Però quella sera mi hanno incuriosito, poco alla volta ho recuperato e continuato a comprare i loro album. Che ora, riascoltati uno di fila all’altro, continuo a pensare siano tanta roba. Considerato che si tratta di un gruppo nostrano, che canta in italiano e dunque si pone in un contesto per così dire di nicchia, al di fuori dei grandi circuiti internazionali, i Subsonica “mi suonano” davvero alla grande.
E nel raggruppamento di mezzo, quello dei cd scoperti appieno solo ora? Proprio i Led Zeppelin, avete indovinato. Non era difficile, visto il titolo del post e l’immagine qui sopra 😉
Dei Led Zeppelin ho sempre sentito parlare, ma fino a pochi anni fa non li avevo mai ascoltati. O meglio, ora so che conoscevo alcuni dei loro brani più celebri, che passano a tutt’oggi in radio, ma non sapevo che fossero loro.
Non che avessi delle remore nei confronti degli Zeppelin, è solo che non mi era mai capitato lo spunto per andarmi a cercare i loro album.
Lo spunto me l’hanno dato due amici ed ex colleghi, Marco e Gianni, entrambi di un paio d’anni più maturi di me. I quali, parlando fra loro di musica anni ’70 o giù di lì durante una pausa caffè in ufficio, se non erro nell’ormai lontano 2010, se ne uscirono con questo rapido scambio di battute a effetto:
– [Gianni] Ma lo sai che io, dopo tutti questi anni, ancora non riesco smettere di ascoltare Led Zeppelin IV?
– [Marco] E lo dici a me? Io ancora non riesco a smettere di ascoltare il III !
Incuriosito da tanta testimonianza di fede, sono andato a consultare uno dei miei negozi on-line di riferimento. Trovare i primi quattro album del gruppo, tutti omonimi, offerti a un ottimo prezzo, acquistarli e farmeli arrivare a casa è stato più veloce che scriverlo.
Però il primo ascolto, e anche il secondo, mi hanno lasciato un po’ perplesso. Mi dicevo, boh, possibile che i famosi, i grandi Led Zeppelin siano ‘sta roba qua, polverosa e tutta uguale?
Non volendo arrendermi alle prime impressioni, misi da parte i 4 cd in attesa di risentirmeli più avanti con calma. Sono passati oltre 5 anni, una calma da anacoreta; ma il momento è finalmente arrivato, un paio di settimane fa.
Ho riascoltato i 4 album uno dopo l’altro. La prima volta per riprendere il discorso.
La seconda per familiarizzare.
La terza per entrare più in sintonia con alcuni brani meno immediati.
La quarta, la quinta, la sesta… perché non riuscivo più a smettere di ascoltarli!
Proprio come i bravi Marco e Gianni, che a questo punto, pur se in grave ritardo, penso proprio di dover ringraziare 🙂
E giunti al termine di questo post, come bonus track vi propongo un video prodotto dalla WMG, con immagini d’epoca degli Zeppelin a fare da sfondo a uno dei loro brani più celebri: sono certo che molti di voi lo conoscono e/o lo hanno sentito di recente, magari senza sapere di chi fosse.
Vi lascio dunque con Immigrant song, brano di apertura di Led Zeppelin III. Stay tuned!
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(foto tratta da questa pagina web)
Mio figlio suona spesso ( o, meglio, suonava, quando non era così preso dal milione di atività di quest’ultimo periodo…) Stairway to Heaven con la chitarra, pertanto è una di quelle canzoni che mi è rimasta particolarmente impressa.
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Anch’io vorrei/dovrei proprio tornare a suonare un po’, prima o poi… pensare che la mia tastiera elettronica semi-pro è sempre qui di fronte a me mentre scrivo, ma io, insensibile che sono, continuo a trascurarla, a fare come se non ci fosse.
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So poco dei Led Zeppelin ma francamente la loro musica mi prende poco
Mi piacciono gli Smiths, i Muse,i Creedence Clearwater Revival, i Depeche Mode .
Grazie, Dario
Un abbraccio
Mistral
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I Depeche Mode piacciono anche a me, pur non seguendoli con assiduità. Ho un loro album, Exciter, che per una di quelle piccole e simpatiche combinazioni è saltato fuori dai miei cassetti appena ieri, senza che lo cercassi, e lo sto ascoltando adesso mentre ti rispondo. Conosco solo di nome gli altri gruppi che hai citato, in modo particolare ho sentito spesso parlare dei Muse. Ti ringrazio dunque degli spunti, e di aver condiviso le tue preferenze: apprezzo molto l’opportunità di fare nuove gradite scoperte su segnalazione di amici fidati 🙂
Abbraccio ricambiato
Dario
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L’ha ribloggato su U.B.EI.
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