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Acquerello raffigurante Ayanami Rei e Ikari Shinji (link originale non identificato)
Piccolo intervallo musicale fra la prima e la seconda parte del mio #FioreGiallo natalizio. Oh, a proposito, WordPress mi informa che questo è il mio centesimo post. Piccolo traguardo personale in questo primo giorno del nuovo anno. Che per me sarà anche il primo giorno di un nuovo universo, nel bene come nel male. Capirete meglio quanto leggerete la seconda parte di cui sopra 😉
L’anno che si è appena concluso è stato intriso di spalancato dolore, e anche prodigo di straordinaria bellezza. Difficile stimare un bilancio, tracciare un confine. Si può solo provare a fare meglio, cosa che è senz’altro possibile; e sperare che vada tutto bene, cosa che è senz’altro auspicabile, ma tutt’altro che certa.
Per intanto, so di non essere solo, in questo viaggio; o per meglio dire, in questo mio nuovo universo. A tutti coloro che ci sono sempre stati, e ai molti che si sono aggiunti lungo il cammino (e ve ne sono fra essi di cui non conosco voce, nomi o volti, ma solo pensieri e parole, che sono la cosa più importante), dico: grazie. E’ stato bello, e confortante, svegliarsi in questo soleggiato mattino invernale e pensare che ci siete, e quanti.
Ora taccio, e lascio spazio alla musica.
Il brano che ho scelto per oggi è Tsubasa wo kudasai, dalla colonna sonora di Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance.
Per prima vi propongo un’intensa cover unplugged dell’artista giapponese Yui (brava e carinissima, mi piacerebbe conoscerla 😀 ), che ho trovato su YouTube mentre cercavo una versione decente sia in audio che video:
Bello, vero? A questo punto, a proposito dello spalancato dolore di cui sopra, non mi trattengo dall’infilare qui un’immagine di fan art che rende bene l’idea, e che ritrae l’Eva 01 in berserk, qualche istante prima che nel film sopra citato entri in esecuzione il brano in oggetto:
Ed ecco di seguito la versione completa, e originale, del brano, eseguita dalla doppiatrice e cantante giapponese Megumi Hayashibara.
Su queste note vi saluto, e vi auguro Buon Anno!
Bella, dolce e struggente la melodia che ci dedichi. Non la conoscevo.Grazie per avermi dato la possibilità di ascoltarla.
Questo anno nuovo nasce in sordina, già carico di fardelli pesanti, ma non bisogna mai perdere la speranza, finchè c’è vita. Prima o poi il vento cambierà.
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Prego, carissima, grazie a te per averla ascoltata, e apprezzata 🙂
Il vento per cambiare cambia di continuo, sta a noi avere la prontezza di orientare le vele al momento giusto per sfruttarne la forza. Gandhi diceva “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”; io nel mio piccolo ci provo, anche se certe prese di coscienza, e conseguenti scelte, possono essere dolorose.
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Pingback: #FioreGiallo n°15 (o del #Sole nascente, seconda parte) | Julian Vlad
L’ha ribloggato su U.B.EI.
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