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Almeno un paio di ottimi perché, tanto per gradire: è un buon vino, e costa davvero poco.
Di cosa sto parlando? Del vino nella foto qui sopra, un Cabernet Sauvignon Paparuda di Cramele Recas, Romania. La foto è tratta dal sito dell’azienda (www.recaswine.ro), capace di primo acchito di sorprendermi con una chicca, che voglio mostrare anche a voi:
La vedete? No?
Fateci caso: fra le lingue selezionabili, tra Romeno e Tedesco, figurano Inglese internazionale e Inglese nordamericano!
Noi siamo forse un po’ troppo abituati ad immaginarci la Romania come una terra di poveri diavoli, che da lì vengano in Italia a fare i badanti ai nostri anziani, magari portandosi in tasca una o due lauree. Ma trovatemi in giro un sito che ai propri visitatori offra, già dalla home page, così, pronti via, una tale forma di cortesia a guisa di raffinatezza linguistica.
Credo dovremmo rivedere un po’ i nostri parametri mentali, in merito a tale Paese.
Lo stesso dicasi per il vino che da esso provenga. Io il Cabernet Sauvignon in questione l’ho assaggiato, insieme ad un Sauvignon Blanc della stessa etichetta (°), offertami dagli amici di Think Quality durante una serata di degustazioni in quel di Palazzo Mentone, a Cherasco. L’impressione? Molto buona. Considerato anche il basso costo, il rapporto qualità-prezzo diventa spettacolare. Se anche non vi fidaste del mio giudizio (e fareste bene, io mica sono un esperto, solo un discreto appassionato della materia, grazie all’enologo Stecca & soci), forse apprezzereste sapere che nella medesima occasione erano presenti un paio di produttori di vini di Langa, e parlo di produttori affermati di vini di qualità, Nebbioli e Barbareschi, mica vinelli da pasto da allungare con l’acqua. Ebbene, il loro giudizio fu lo stesso di Fabrizio e mio. Più che un giudizio, una piacevole sorpresa 🙂
Forse vi starete chiedendo per quale motivo, proprio stasera, mi sia venuta voglia di parlarvi di questo vino. E’ presto detto.
Settimana scorsa, l’Enoteca di Palazzo Mentone ha inviato ai propri followers – fra i quali figuro anch’io – una newsletter in cui veniva proposto il Cabernet Sauvignon Paparuda, insieme ad un ottimo Traminer Aromatico di Castello di Porcia (conosco pure questo, non mi sfugge quasi nulla di ciò che transiti per gli scaffali di quel bel posticino lì a Cherasco 😉 ), suggerendone l’abbinamento con determinati tipi di formaggi.
Una proposta non casuale, ovviamente, visto che nella vicina Bra era in corso un evento caseario quale #Cheese2013.
Ebbene, dalla pagina Facebook dell’Enoteca apprendo che uno dei destinatari della proposta non ha gradito il suggerimento, rispondendo in questo modo:
Non mi sembra il caso di proporre vini Romen in Italia ad Italiani è proprio un controsenso
A parte la forma un po’ così (vini Romen? una “i” in più non sarebbe stata, quella no, un controsenso), non capisco il nesso. In Italia, pur patria di tanti e ottimi vini, si bevono anche molti vini francesi, lo champagne ad esempio. Devo supporre che questo signore (o signora, non saprei dire) trovi inappropriato anche tale tipo di consumo, ovvero proporre vini francesi, in Italia, ad Italiani? Oppure il suo disappunto nasce da uno sciovinismo, potremmo dire, selettivo, cioè proprio dal fatto che il vino in questione è rumeno?
La risposta dei miei amici santi bevitori non si è fatta attendere:
Buonasera Sig…..,
quando abbiamo deciso di importare vini dalla Romania (quinto produttore europeo di vino) abbiamo pensato ai 3,5 milioni di romeni presenti nel nostro paese.
Abbiamo selezionato, attraverso rigorose verifiche ispettive e indagini di mercato, la cantina migliore Cramele Recas http://www.recaswine.ro/?r=na con un rapporto qualità prezzo eccezionale.
I vini hanno riscosso talmente successo tra gli italiani che abbiamo pensato di allargare la proposta ai nostri connazionali.
Pensi a quanto vino italiano c’è all’estero e quanto è apprezzato!
Perché noi italiani non possiamo allargare le nostre vedute e accorgerci di quanto è bello il panorama mondiale del vino?
Siamo in un mondo globalizzato che significa tante cose negative ma, mi lasci dire, tante cose belle, tra cui lo scambio culturale e il vino è anche cultura.
La ringrazio per aver esplicitato il suo pensiero e se desidera le spedirò la bottiglia per raccogliere un suo gradito parere.
Cordialmente
Ecco, punto.
Non perché siano amici miei, però, che diamine… questa sì che una risposta!! 😀
Cordiale, competente, esplicativa. Convincente. Credo che questo signore (o signora che sia) non potrà che apprezzare, nonché approfittare dell’occasione per assaggiare l’ottimo Paparuda, e semmai ricredersi.
Oltre a ciò, se ricordate, un po’ di tempo fa avevo commentato il messaggio pubblicitario di un noto gruppo bancario, a mio avviso fuorviante, un esempio di comunicazione non riuscita.
In questa occasione, vorrei suggerire ai creativi interessati di contattare l’enologo Stecca e i suoi collaboratori, giusto per farsi dare una o due idee di marketing un po’ più convincenti 😉
A voi invece, cari amici, suggerisco di andare ad assaggiarlo a Cherasco, il suddetto ottimo vino rumeno, insieme ai tanti altri che potrete trovare colà. E poi magari di farmi sapere che ne pensate, se vi va.
Anzi (attenzione! messaggio pubblicitario subliminale!) vi inviterei a cogliere l’occasione che si presenta giusto domani, e di cui potete leggere qui di seguito, come riposta alla domanda: quale vino per le lumache?
Nel caso la risposta vi incuriosisca, al punto di voler verificare di persona l’abbinamento, vi auguro buona degustazione! 🙂
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(°) Ovvero Paparuda, termine che indica una “danza della pioggia” balcanica.
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(Le immagini che compaiono nell’articolo sono tratte da questo sito web)
Ogni Paese ha le sue specialità, perchè non assaggiarle? Non per niente, proprio a Cheese, le bancarelle dei formaggi stranieri sono quelle che hanno terminato le scorte per prime, segno che i braidesi hanno parecchio gradito le specialità per loro così nuove. Perchè rifiutare quindi il vino?
Io sono astemia, non per mia volontà ( il vino mi fa venire mal di testa) ma sono sicura che mio marito gradirebbe molto volentieri un assaggio. Riferirò!
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Non posso che concordare in pieno! 🙂
Quanto al vino che ti provoca mal di testa, potrebbe essere a causa dei solfiti in esso contenuti, in merito ai quali ho trovato un interessante post esplicativo .
Onde favorire un tuo eventuale riaccostamento ad un piacere autentico e conviviale quale quello dato dal buon vino, mi permetto di suggerirti l’assaggio di un vino biologico; il cui contenuto di solfiti non è zero (giacché in natura il vino ne contiene) ma è il più basso possibile, dal momento che non ne sono stati aggiunti in fase di vinificazione. I vini biologici e biodinamici, oppure anche soltanto quelli privi di solfiti aggiunti, sono ormai piuttosto diffusi in commercio anche a livello di grande distribuzione. Ovviamente, giacché si tratta di una realtà che conoscono bene – e di cui non solo io, ma tante persone da me colà indirizzate hanno avuto modo di apprezzare la qualità dei prodotti selezionati – segnalo con piacere l’opportunità di un consistente ventaglio di proposte biologiche (non solo di vini, dunque) che si possono trovare presso l’Enoteca dei miei succitati amici cheraschesi 🙂
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D’ accordissimo sulla scoperta di altri buoni o ottimi vini che il mondo offre ( in questo caso la Romania), ma è ancora presto fare anche un semplice paragone trai vini francesi che noi beviamo e degustiamo e i neo vini rumeni
Dietro una bottiglia di Chateauneuf du Pape
(tanto per fare un nome ) c’è una storia che ci parla e decanta
Ben vengano i vini da ogni dove, ma aspettiamo ancora un po’… (parere mio ovviamente)
Grazie ancora, caro Dario
Baci baci
Mistral
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Cara Mistral,
non voleva essere, il mio, un paragone fra i rinomati ed antichi vini francesi (in questo pari solo ai vini italiani) e tali pur interessanti proposte provenienti da altri territori. Desideravo soltanto stigmatizzare l’atteggiamento di coloro che snobbino un vino, così come qualsivoglia altro prodotto, solo perché proveniente da un paese al quale alcuni di noi sono immotivatamente abituati a dar poco credito. Per quanto riguarda la Romania, poi, con il cognome che ho scelto per il mio personaggio, sulla questione sono in particolar modo sensibile 😉
A parte ciò, grazie ai miei amici enologicamente avanzati, ho imparato che ogni vino porta con sé una storia, interessante da scoprire e da apprezzare, anche ove si tratti di una storia giovane. Sarà a motivo del fatto che il mio attuale spirito si riscopre assai gaio e leggero pur nelle cose serie, ma devo riconoscere, che per quanto sappia essere paziente alla bisogna, nel gustare i doni che la vita mi offre non amo affatto aspettare 🙂
Un abbraccio, e grazie a te per la visita!
Dario
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