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Disegno di Julian Vlad, agosto 1997.
Da originali di vari artisti, fra i quali (per il volto di Nathan Never) Roberto De Angelis
La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigante che è l’anima vostra.
Se il timone o la vela si spezzano, non potete far altro che, sbandati, andare alla deriva, o arrestarvi nel mezzo del mare.
Poiché se la ragione domina da sola, è una forza che imprigiona, e la passione è una fiamma che, incustodita, brucia fino alla sua distruzione.
Perciò la vostra anima innalzi la ragione fino alla passione più alta, affinché essa canti,
E con la ragione diriga la passione, affinché questa viva in quotidiana resurrezione, e come la fenice sorga dalle proprie ceneri.
Dietro la scoperta di Kahlil Gibran c’è una storia.
Una bella storia, anche piuttosto articolata.
Ora ve la racconto.
Estate 2006. Il vostro eroe ha l’incarico di guidare una giovane ma agguerrita ciurma di valorosi, attraverso mari in tempesta e fuoco di palle incrociate. Una traversata che fin dal principio pare essere tutto fuorché una gita di piacere su un comodo battello a vapore. Il nostro assomiglia più ad un praho malese, piccolo e veloce, ma leggero.
Per fortuna, gli uomini e le donne che sono a bordo hanno stomaci forti (beh, quasi tutti: il nostromo brontola un po’ ;-)) .
Un praho. Dovete avete già sentito questa parola?
Ma dalle storie di pirati, ovviamente. E non di pirati qualsiasi, e nemmeno di storie, qualsiasi. Le storie sono quelle di Salgari, i pirati quelli della Malesia. I Tigrotti di Mompracem.
Dunque, io sarei forse Sandokan? Può darsi. Del resto, chi non ha mai pensato, se non addirittura esclamato – almeno una volta nella propria vita – “anch’io sono una Tigre“? (°) 🙂
(Io mi ci sono fatto perfino un tatuaggio. Ma in giapponese, così rimane una cosa fra me e me ;-))
La traversata si dimostrerà molto più lunga e ardua del previsto, nonostante “il previsto” già non fosse, come ricordato, proprio un letto di rose.
Ma alla fine riuscimmo nell’impresa, e quel Natale fu festa grande, noi stanchi ma felici, il secondo ufficiale bello e sorridente come non mai.
L’ho scritto al maschile, ma solo per amore di salgariana metafora, giacché il secondo della Tigre della Malesia fu e sempre sarà Yanez de Gomera: corsaro portoghese convertito alla piratesca causa malese, in opposizione all’invasore britannico. Nella realtà, il mio secondo ufficiale era una donna.
E che donna, ragazzi. Ho conosciuto molte donne interessanti e a proprio modo notevoli, in vita mia: e noto con vivo compiacimento come, al tempo attuale, una tale fortunata costante non mostri affatto cenni di stanchezza. Tutt’altro 🙂
Ma di una sola, fin qui, ho avuto motivo di pensare che, senza di lei, non ce l’avrei fatta. Altro che traversata, sarei rimasto sul molo, ignavo e al sicuro. Se sono qui, ora, a raccontarvi di quell’impresa e di tutte le altre cose di cui vi scrivo, il merito è senz’altro mio, ma anche molto suo.
Non a caso, proprio questa sera la porterò fuori a cena. Mi pare il minimo, dopo tante discese ardite e risalite (°°), affrontate insieme ed insieme condotte fino al traguardo 🙂
Mai sconfitti, sempre vittoriosi. Un po’ come se Francesco Totti e Leo Messi giocassero nella stessa squadra, che sia Roma o Barcellona cambia poco. Lascio a voi stabilire chi di noi due sia chi, considerando che io dei due sono il più anziano, e che Francesco è il #mioCapitano 😉
Da qualche anno, ormai, io e lei non condividiamo più la tolda di una stessa nave, comandanti solitari e indomiti dei rispettivi velieri. Ma sovente ci ritroviamo in qualche porto, a raccontarci dei bei vecchi tempi; e di quelli nuovi, più belli ancora, che ci attendono.
E comunque, non era questa la storia.
Ma come, e ce lo dici adesso?
Sì, certo. Questo era solo il preambolo 😀
Estate 2006. Il praho è salpato, e sopra di esso io e’ miei compagni cazziamo la randa, viriamo a dritta e a babordo per sfruttare il vento ed inseguire la perigliosa rotta, sempre stando attenti a non prenderci il boma in fronte durante una strambata. Il tutto, come un sol uomo.
A parte ciò, è un tempo di grandi avvenimenti.
Ma ve li racconterò alla prossima puntata 🙂
Questo è un fiore giallo, sì, ma dai molti petali 😉
(continua)
_________
(°) Citazione ripresa e fatta propria anche da Umberto Eco, nel suo celeberrimo (e magnifico, a mio giudizio) Il pendolo di Foucault.
(°°) Già che ho citato Battisti, non posso esimermi dal farvi ascoltare il brano a cui la citazione si riferisce (Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…):
Però, però….qui la storia si fa interessante! Attendo la seconda puntata! 🙂
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Oh che bello! E’ una gioia sapere di aver suscitato curiosità. Ed è una gioia anche (voi non lo sapete ancora, ma io sì) constatare quanto materiale già quasi pronto riposi nei miei archivi, finora rimasto gelosamente custodito e ignoto ai più. Chissà perché, forse ero troppo timido o insicuro, vai a sapere. Ora non più tanto 😉
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Ragione e passione, mente e cuore, sentimento e desiderio
In questo meraviglioso labirinto di pensieri, sentimenti, avventura, musica, parole, amicizia e amore, il fiore regina non è solo la rosa, ma l’anima di chi forgia tanta emozione
Grazie, lo dico davvero, cara Dario
Ti abbraccio
Mistral
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Grazie a te, cara Mistral 🙂
So che dici il vero, e io dico grazie; senza null’altro aggiungere al tuo bellissimo commento, se non che hai colto appieno le sembianze del fiore custodito fra le mie parole: proprio di una rosa si tratta, per l’esattezza di una rosa azzurra 🙂
Un abbraccio
Dario
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L’ha ribloggato su Nove fiori gialli.
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