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Uno vorrebbe iniziare la giornata parlando magari del bel pomeriggio di ieri allo Stadio Olimpico, della bella vittoria della Roma, la seconda consecutiva in questo inizio di campionato che la vede a punteggio pieno dopo due giornate (fatto che non capitava da mo). Degli amici che ho ritrovato dopo oltre un anno di mia assenza nei Distinti Sud settore 23B, e con cui ho tifato e cantato per i miei colori ad un volume e con un trasporto tale che, francamente, dell’avere alla mia sinistra un’intera curva vuota perché squalificata, mi accorgevo giusto solo se mi giravo a sinistra, cosa che facevo di rado dal momento che lo spettacolo era intorno era di fronte a me.

Invece, tocca per l’ennesima volta aprire le pagine web dei principali organi di informazione e leggere di queste belle cose qua:

http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/roma/2013/09/01/news/roma_verona_distrutto_pullman_veneti-65711157/

E ora, naturalmente, già piovono i soliti commenti di addetti ai lavori e gente comune, che invocano sanzioni esemplari, stadi chiusi ad oltranza, intere stagioni di campionati sospesi. Il pugno duro, insomma, contro le società di calcio, i loro tifosi, e le città a cui appartengono.
Nello specifico, l’AS Roma, i tifosi della Roma – di cui faccio parte anch’io – e la città di Roma.
Ora, vorrei dire prima di tutto a questa gente qui, che pontifica da dietro il microfono di una radio o di una tv o lo schermo di un pc, autorità pubblica, giornalista, “esperto” di questo e di quello o semplice peone del web che sia: se proprio nun c’avete gnente da fa, nvece de sparà de ste cazzate, nve dico d’annà a lavorà che sarebbe forse no sforzo al di sopra dee capacità vostre, hai visto mai che ve risurti fatale, ma na bella passeggiata vaa consiglio proprio, che ve fa bene ar corpo e aa mente, fidateve, così po esse che ve se snebbia a capoccia e dopo ve sentite pure mejo.

E’ mai possibile che un evidente problema di ordine pubblico dovuto all’imbecillità delle solite quattro, dieci, cento canaglie vigliacche, debba riversarsi in fango mediatico e processi sommari sulla testa di una società di calcio, di una tifoseria che conta quasi 3 milioni di appassionati, di un’intera città e della sua popolazione?
Peraltro, potete essere certi che farei la medesima osservazione se i commenti che ho letto stamattina fossero stati diretti ad un’altra squadra e ad un’altra città; ma è chiaro che sentendomi chiamato in causa in prima persona, come tifoso romanista innamorato di Roma e della Roma e della sua gente, la cosa mi sfrange i cocomeri in maniera ancor più diretta e insopportabile.

Lo vogliamo capire o no che fino a che certi delinquenti di bassa lega non verranno individuati e messi in condizioni di non nuocere a nessuno, né nei pressi di uno stadio, né di un bar o di un supermercato o di una scuola, da nessuna parte, sarem sempre lì ad aspettare il prossimo episodio scatenato da sta bella teppaglia, e giù di nuovo da capo con i soliti commenti idioti? Cosa può fare una società di calcio, cosa possono fare i suoi tifosi, cosa può fare la gente di una città, se qualche decina di teppisti matricolati invece di essere rinchiusi da qualche parte a pane e acqua o sotto stretta sorveglianza domiciliare o costretti a lavori socialmente utili guardati a vista perchè non si imboschino e per una volta nella loro miserevole inutile dannosa vita abbiano finalmente modo di combinare qualcosa di buono, si rende protagonista di un agguato in stile mafioso ad un pullman di giocatori avversari all’esterno di uno stadio di calcio?

Quell’inutile plebaglia lì non sono mica tifosi, sono soltanto degli imbecilli violenti che si mettono le sciarpe e i cappelli di una squadra di cui n’je po fregà de meno, altrimenti non metterebbero la propria squadra del cuore a rischio di squalifiche sportive con i propri atteggiamenti, nè tantomeno ne comprometterebbero l’immagine dando di certi fulgidi esempi.
Invece, si mettono le sciarpe, si coprono il viso, e danno libero sfogo al proprio cortocircuito interiore di cervelli atrofizzati e stomaci inaciditi. E, per la maggior parte di loro, dopo aver seminato il panico e causato un po’ di danni gratuiti a cose e persone, finisce che la fanno pure franca.

Cosa potrebbe mai fare l’AS Roma in quanto società sportiva per prevenire certi episodi di pura demenza? Cosa potrebbero fare i tifosi giallorossi, dunque anche io? Cosa potrebbe fare la città di Roma e la sua gente? Armarsi di grossi randelli e presidiare le vicinanze dello Stadio Olimpico prima durante e dopo una partita? Aspettare al varco sti quattro imbecilli e massaggiare loro la schiena, prima di assicurarli al più vicino posto di polizia? No, vero, che nse po fa. Mica siamo nel Far West, non è ammesso farsi giustizia da soli, anche quando giusta fosse.
Peccato che quei due satanassi di Willer e Carson siano solo personaggi di fantasia, sai quanto si divertirebbero a scaricare le loro Colt nel terreno a mezzo centimetro dai piedi di sti decerebrati, per farli ballare un po’ la tarantella che di solito loro (i decerebrati) infliggono alla povera gente che capita a tiro. Anzi, sarebbe proprio un bel lavoretto pulito per Wolverine, prima ad affettare come stuzzicadenti le loro spranghe da imbecilli minidotati (sia di cervello che di attributi virili), poi a ricamare le proprie iniziali in punta d’artiglio sui quei loro culi flaccidi. Ah no, quello era Zorro. Vabbè, mettiamoci pure lui, che uno zig zag a fil di spada sul fondoschiena di un pecorone imbecille ci sta sempre bene.

A parte gli scherzi, che qua non c’è proprio niente da scherzare (ma ogni tanto bisogna pur sdrammatizzare, se non ci salviamo almeno un po’ con l’ironia, è finita), mi piacerebbe proprio che qualcuno dei soliti benpensanti, di quelli che in circostanze del genere non perdono mai l’occasione per tacere (togliendoci dunque ogni dubbio se siano davvero così fessi, o se lo facciano soltanto occasionalmente), che qualcuno di costoro, dicevo, rispondesse alla mia domanda. E mi spiegasse cosa e in che modo, secondo il proprio illuminante parere, la Roma, i suoi tifosi, io, potremmo fare per prevenire o contrastare certi deplorevoli accadimenti.
Coraggio, ditemelo, se avete un’idea che sia una, possibilmente partorita dal vostro cervello e non da vostre parti meno nobili su cui di solito vi sedete sopra. Su, dai, sto aspettando.
Niente, eh? Come volevasi dimostrare.

Detto ciò, avrei anche una certa curiosità di conoscere uno a caso dei teppisti che ieri sera hanno sfasciato i vetri del pullman dell’Hellas Verona, rischiando di ferire giocatori e accompagnatori, che per fortuna se la sono cavata (a quanto sembra) solo con un po’ di spavento, una notte forzata di permanenza nella Capitale, e vivaddio a parte questo nessun graffio.
Non che ci tenga a guardare in faccia uno di sti imbecilli resistendo alla tentazione di lavargliela, la sua bella faccia, con uno sputo ben assestato. Diciamo che avrei questa curiosità a scopo antropologico (e non oso dire sociologico, perché mi sembrerebbe di dare a sto tipo già troppa importanza… la sociologia studia le relazioni sociali di una comunità, concetti e parole che un idiota del genere non ha nemmeno idea di cosa siano).

Vorrei proprio capire se uno a caso di sti gaglioffi poi nella vita di tutti i giorni sia magari uno studente tutto casa e scuola, uno di quelli che prima di uscire da un bacio alla mamma, oppure un impiegato modello magari di uno studio legale (che sarebbe il massimo, non credete?), o un operaio specializzato che si spacchi la schiena tutti i giorni a realizzare magari proprio i vetri di quel pullman che poi si è divertito a mandare in frantumi. Ecco, vorrei capire questa così qui, chi sono sti neanderthaliani dei tempi nostri. Dopodiché, dimenticarmi di loro, aspettando serenamente che si estinguano.

Sì, come no, fosse vero: non è un caso che si dica che la madre degli idioti è sempre incinta. Altro che estinguersi. E in quanto a prevenire e contrastare le loro bravate, ci dovrebbero pensare le forze dell’ordine, le questure, l’intelligence del Ministero degli Interni, la Polizia, i Carabinieri.
Ma chissà perchè, ho come l’impressione che le forze dell’ordine non siano messe nelle condizioni di operare in modo adeguato nei confronti di sta teppaglia. Non perchè i fondi dell’amministrazione pubblica scarseggino, e i costi di tali attività preventive e di contrasto capillare siano elevati, come tutte le attività di questo tipo, si tratti di teppisti o di terroristi islamici.
No, e so di non essere il solo a pensarlo, io credo che il problema non lo si affronti nel modo giusto perché non lo si vuole davvero risolvere.

Perché è vero, le indagini costano, gli schieramenti preventivi di polizia costano, le carceri sono piene, gli affidamenti sociali e il controllo sul territorio costano e sono impopolari. Ma soprattutto, è molto meglio, per il governo, lasciare che quei quattro-dieci-cento teppisti delinquenti si sfoghino nei dintorni di uno stadio quando c’è una partita, che doversene preoccupare per tutto il resto della settimana, vero? Panem et circenses, come ai tempi dell’Antica Roma, tanto per limitare i danni. E poi, se e quando i danni si manifestino, lasciare che la colpa di tutto e la giusta indignazione popolare venga scaricata su una società di calcio, sui suoi tifosi, su una città e la propria cittadinanza. Così tutti si riempiono la bocca di aria fritta, il problema non lo si gestisce, e la valvola di sfogo sociale rimane aperta. In definitiva, sempre il solito schifo.

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(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)