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Mi rendo conto che questo post sia parecchio appassionato e anche un po’ autoreferenziale, ma quanno ce vo ce vo 😉
Metti una sera al centro del mondo. Perchè questo è il centro del mondo. Qui da ogni parte uno si giri coglie 2700 anni di Storia con la maiuscola, incastonati uno sull’altro, uno dentro l’altro, in un susseguirsi di emozioni uniche, commoventi nella propria serena spettacolarità.
Una storia sempre viva, vibrante, mai dimenticata. E come si potrebbe dimenticare? In questa città i palazzi, le prospettive, i colori, i monumenti, le rovine, tutte le cose sono illuminate da una luce che se non se l’hai mai colta (non intendo essere stato qui, intendo avere visto cos’è questa città, aver sentito come sa parlare al tuo cuore), non puoi avere idea, non puoi capire. L’ha detto anche un figlio di questi luoghi (°), un bel ragazzo biondo con gli occhi azzurri e dal gentile nome biblico, Daniele:
Voi direte, che c’entra la squadra di calcio? C’entra, è una cosa sola con la città di cui porta nome e colori. Leggete bene le parole di De Rossi: non sapete Roma che significa, la Roma è un orgoglio. Uno dei tanti orgogli della Città Eterna, un numero incalcolabile, e in gran parte a cielo aperto; gli altri stanno nei musei della città, e anche di quelli ce ne sono di straordinari.
Ve ne parlerò.
Qui le strade non sono come quelle cantate dagli U2, qui tutte hanno un nome. E tutte quante cantano, una melodia di straordinaria dolcezza e vitalità (e dunque, in un certo senso, alla fine sono proprio come le strade narrate dalla suadente voce di Bono: sentieri del cuore, prima ancora che acciottolati, case e numeri civici).
Una cosa che ti fa sentire vivo come non mai, felice come un bambino già solo per il fatto, l’incredibile mortale fortuna, di essere qui. Di uscire per strada sotto il cielo di Roma, fra le sue vie, l’armonia e l’anima immortale dei suoi colori, dei suoi marmi, delle sue pietre; i suoni di una marea di lingue diverse (ed è sempre stato così, fin dai tempi di Cesare questo è il centro il mondo), fra le quali riconoscere quell’accattivante ironico accento di irresistibile simpatia, che non puoi fare a meno di scoprirti ad imitare, è più forte di te, anche se chiunque si accorgerebbe che non sei di qui, ma non importa.
Perchè io sono di qui, in un certo senso. Un giorno di 20 anni fa mi è capitato di mettere piede in questi luoghi, e ho compreso di essere finalmente tornato a casa dopo una vita trascorsa altrove. Roma mi ha accolto fra la sue amorevoli braccia come un figliol prodigo, regalandomi una magia che ad ogni ritorno si rinnova, intatta nella sua primigenia sorpresa, sempre più grande nella consapevolezza e nella gioia di viverla.
Voi che dite, sto esagerando? Ok, può darsi che mi sia lasciato un po’ trasportare. Ma in fondo è normale, quando si parla di una grande storia d’amore, non credete? 😉
E così, mi capita una sera di stare alla finestra, magari con indosso la mia seconda pelle, gialla come il sole rossa come il cuore [°°] (e per inciso, oltre al cuore che ovviamente è giallorosso in senso metaforico, parte della mia pelle lo è nel vero senso della parola, grazie a due-tre tatuaggi di quelli che fai solo se vuoi dire a te stesso, prima ancora che agli altri, non soltanto chi sei, ma anche quanto tu ne sia orgoglioso).
E da quella finestra guardo fuori, con aria assorta, le vie della città di cui mi sono riempito gli occhi e il cuore per tutto il giorno; e ancora non mi basta, vorrei correre fuori e stare sveglio tutta la notte a percorrerne le strade, ad ammirarne i magici riflessi notturni, a deliziarmi della loro inconfondibile canzone.
Poi mi rilasso, che domani è un altro giorno. E al risveglio sarò ancora qui. Sarò ancora al centro del mondo. E sarà bellissimo, una gioia davvero limpida e fanciullesca, svegliarsi in questa città eterna e magica, e poter correre fuori a salutarla 🙂
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(°) Per la precisione lui è di Ostia, che in quanto frazione di Roma è praticamente la stessa cosa.
(°°) Il riferimento è ad un verso dell’inno ufficiale Roma Roma Roma, il cui testo completo si può trovare qui.
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(La foto è mia e ritrae me stesso, con indosso la maglia “home” dell’AS Roma per la stagione 2013/2014, official merchandising by ASRomaStore di Piazza Colonna 360, Roma. La finestra in questione si trova presso l’Hotel Italia, mio consueto buen retiro in Via Venezia, affacciata su Via Nazionale, sempre a Roma)
Innanzitutto i colori della Lupa ti donano e sei carino (lo dico davvero)
Poi ,sento la romanità ovunque mi giro, e prima di essere italiana sono cittadina Romana, perché senza Roma e la sua storia, l’ Italia sarebbe una piccola e lontana “cosa”
Un abbraccione
Mistral
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Cara Mistral, buongiorno!
Grazie per i complimenti, sei troppo buona con questa vecchia e rude scorza 🙂
Quanto al resto del tuo commento… standing ovation!
Un abbraccio dal centro del mondo, anzi, der monno 😉
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una cosa che invidio ai romani, soprattutto quelli fuoriusciti dall’Urbe, è l’amore viscerale per la città. Non sei il primo che sento parlare in questi toni. Noi comuni italici non ne siamo così capaci temo 🙂
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E figurati che io sono al massimo un cisalpino, altro che romano… nessuna parentela vicina o lontana, almeno che io sappia. Ma chissà, forse a mia insaputa ho qualche lontano antenato romano che si sia fermato in Piemonte, a mettere su casa a metà strada, di ritorno dalle guerre galliche di Cesare o dalle campagne germaniche di Marco Aurelio. Sarà andata così, o in un modo abbastanza simile, senza dubbio 😉
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ok pare che ho fatto una piccola gaffe, ma avrei giurato che fosse cosi. direi proprio che tra i tuoi avi deve esseri un legato o il membro di una centuria, altrimenti non mi spiego un tale sentimento di appartenenza !
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Nessuna gaffe, ci mancherebbe! Anzi, magari potessi dire di essere un romano de Roma, anche se trasmigrato altrove… il tuo l’ho preso come un complimento 🙂
Mi sa che a stretto giro de posta me tocca de raccontà a storia de com’è nata sta passione… der resto, già l’avevo promesso ieri (ed ecco che m’è uscita nromanesco, sì sì, c’hai ragione, er mio avo incognito doveva esse nlegato o ncenturione, come minimo 😉 )
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Bellissima questa tua lettera d’amore alla città più bella del mondo. Si sentono il calore, la passione, la gioia di essere lì a decantarla, tanto che anche noi ci sentiamo trasportati ad essere, almeno virtualmente, lì con te.
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Ma grazie! Riuscire a darvi anche solo un piccolo assaggio di ciò che vedo e provo da ste parti, è la mia più grande soddisfazione 🙂
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L’ha ribloggato su Nessuna cosa al mondo maggior di Roma.
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