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Avvertenza per i lettori: questo è un post a puntate, ed è scritto da tifoso. Contiene iperboli di strafottenza, e spunti polemici in gran quantità.
Pertanto, se ne sconsiglia la lettura ad un pubblico non particolarmente interessato all’argomento, o troppo sensibile 🙂
(se vi siete persi la puntata precedente, potete leggerla qui)
A beneficio di coloro che non fossero al corrente delle continue, ricorrenti diatribe puntualmente riproposte dai formellesi frustrati nei confronti dei loro ben più celebri (e vorrei ben vedere) cosiddetti “cugini” giallorossi, vorrei ricordare alcuni fatti storici e incontrovertibili. Per bocca del loro esimio presidente, essi sostengono di costituire la prima squadra della Capitale.
Ne sono così convinti da averlo scritto anche sul proprio profilo Twitter.
Da un punto di vista semantico non fa una piega: la loro società si è costituita per prima, nel 1900. Dunque, per prima ha avuto l’occasione straordinaria ed irripetibile di rappresentare la Città Eterna in un ambito sportivo di alto livello. E se l’è lasciata sfuggire, decidendo di chiamarsi come la regione di appartenenza. Fatto più unico che raro in tutto il panorama del calcio professionistico e semi-pro, non solo in Italia, ma in Europa. A memoria, mi vengono in mente solo la Rappresentativa Alto-Adige (ammesso esista ancora, in rete non ne ho più trovata notizia) e l’FC Sudtirol; che di certo avranno il loro perchè, ma con il nome che hanno scelto mi stupirei se pretendessero di rappresentare la città di Bolzano.
Ma andiamo avanti. I colori dello stendardo di Roma sono il giallo ocra ed il rosso pompeiano. E loro cos’anno scelto? Il bianco e l’azzurro.
Come le nazionali di Uruguay e Argentina, tanto per intenderci, realtà calcistiche dall’altra parte del mondo (per le quali nutro peraltro il massimo rispetto, e quanto all’Albiceleste, anche molta simpatia).
Al che uno si domanda: i colori del cielo di Roma? Macchè, sarebbe troppo semplice. No, guardate, mi è venuta la curiosità di scoprirlo, e al solito Wikipedia mi ha illuminato: sono colori in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi. Perchè in origine la polisportiva formellese era una società podistica, nonchè di nuoto, canottaggio ed escursionismo, non aveva niente a che vedere con il calcio (non a caso la sto definendo così, cioè podistica: perchè è una verità storica, non un semplice sfottò).
Poi, col passare degli anni, a quanto pare hanno deciso di darsi al pallone di cuoio, così come altri si danno all’ippica. Mi viene da osservare malignamente come, pur dopo 113 anni di storia, con il calcio abbiano ancora poco a che fare.
Malignità a parte, è assodato come i loro colori non abbiano niente a che vedere con quella Capitale che si arrogano il diritto di rappresentare, bensì con una nazione estera, solo un po’ più vicina di quelle a cui avevo pensato.
E per quanto riguarda il simbolo? La Roma, che nacque 27 anni dopo dalla fusione di tre squadre locali (e lei sì che seppe cogliere l’occasione per assumere il nome e i colori della Città Eterna, ancora incredibilmente non utilizzati da chi li aveva preceduti), ha scelto la mitologica lupa capitolina, ritratta come tutti saprete mentre allatta i due gemelli Romolo e Remo, futuri fondatori dell’Urbe. Il simbolo primigenio, dunque, l’origine di tutto ciò che è venuto dopo, l’alfa di una storia più che bimillenaria.
La podistica formellese, che (ricordiamolo sempre) scelse per prima, optò per l’aquila, Il simbolo utilizzato dagli antichi romani come rappresentativo delle proprie legioni, e che campeggiava in cima alle insegne delle medesime.
Ora, volete sapere di quanti uomini si componeva una legione dell’esercito romano? A seconda delle epoche storiche, il numero varia da 3000 a 5/6000 uomini. Facciamo 5000 in media? Bene. La Roma, solo in Italia (perchè poi andrebbero contati anche i tifosi all’estero, che non sono certo pochi e crescono sempre di più) vanta oltre 2 milioni 800mila tifosi. Il che è come dire che il popolo giallorosso, di cui mi onoro di fare parte, sia in grado di formare 560 legioni.
Quasi dieci volte tanto di quante la stessa Roma antica, che con le sue legioni dominava il più grande impero della storia, abbia mai avuto.
Intendiamoci, mi rendo conto che possa essere alquanto puerile voler computare simili cifre. Anche perchè i tifosi di una squadra di calcio non sono certo dei soldati. Però questo dato diventa interessante se messo a confronto con quello della polisportiva formellese: come potete notare dai dati ufficiali e aggiornatissimi forniti dalla Lega di Serie A, noi siamo esattamente il doppio di loro (anche se sinceramente mi sarei atteso un divario molto più ampio; vuoi vedere che Dimmi Claudio possa avere aggiustato un po’ le quote? 😉 ).
Insomma, quelli vogliono fare i legionari, issare l’aquila sui propri stendardi, e si ritrovano con un seguito popolare di un paio di coorti 😀
(continua sulla quinta ed ultima parte)
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(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)
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L’ha ribloggato su Nessuna cosa al mondo maggior di Roma.
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