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(segue dalla prima parte)
Allo stesso tempo, pur appartenendo alla categoria dei “supereroi con superproblemi” ideati da Stan Lee, con lo scopo di umanizzare dei personaggi altrimenti troppo perfetti e stereotipati e renderli più vicini al pubblico, la personalità di Wolverine mostra caratteristiche di particolare verosimiglianza. Ancor più complessa e ricca di sfumature, ad esempio, rispetto al già citato Uomo Ragno e ai propri radicati sensi di colpa, o al dualismo fra Bruce Banner e Hulk, chiara metafora sul controllo della rabbia e relative implicazioni.
Il nostro eroe artigliato si avvicina piuttosto alla Cosa dei Fantastici Quattro, un uomo buono, nobile e forte, imprigionato in un corpo mostruoso di pietra arancione; un corpo che spaventa la gente e di cui egli stesso si vergogna.
Più ancora della sempre amabile Cosa dagli occhi blu, però, il rude e selvaggio Logan meglio conosciuto come Wolverine raggiunge livelli introspettivi sottili e sfaccettati; sia nei momenti in cui riflette su se stesso e sulla propria condizione di uomo-mostro dagli istinti bestiali, potenzialmente letale per gli amici, a volte, ancor più che per i nemici; sia quando si abbandona alla bestia primordiale che è in lui lasciando libero sfogo alla propria furia distruttiva. (E sarà forse un caso, ma a differenza degli eroi Marvel più celebri il suo creatore non fu Stan “The Man” Lee, bensì Len Wein, il che potrebbe aver giocato un ruolo nel definire l’unicità del personaggio).
Insomma, Wolverine è un tipo che “spacca”, e nel mondo dei fumetti va sempre più alla grande, a dispetto di una sovraesposizione che rischierebbe di banalizzarlo. Nonchè di sceneggiatori capaci a volte di inventarsi le storie più assurde, esagerate e ridicole.
Lo hanno infilato dappertutto, in testate solitarie come nei supergruppi più disparati: non solo gli X-Men, come esponente di seconda generazione dei medesimi, ma anche Alpha Flight, X-Force e Nuovi Vendicatori, più vari team-up con l’Uomo Ragno e con il Punitore. Un eroe multitasking, tanto che alcuni autori ironizzano ogni tanto su di lui (e su stessi) per le incredibili doti di ubiquità e la gamma di costumi diversi che indossa, da fare invidia a Lady Gaga.
Il suo fattore rigenerante è stato esasperato al punto di renderlo capace di tornare integro, in poche ore, anche se bruciato vivo fino a ridurlo al solo scheletro, dunque privo di organi interni (salvo – presumo – il cervello, pur sempre protetto da una scatola cranica di adamantio).
E’ stato fatto morire e resuscitare più volte nel giro di poche pagine, vampirizzato, posseduto da demoni che ne hanno spedito l’anima all’inferno, da cui ovviamente è ritornato dopo aver fatto il culo a strisce anche a belzebù. Gliene hanno fatte passare abbastanza per distruggerne la credibilità una mezza dozzina di volte.
Nonostante ciò, è un personaggio talmente tosto e amato dal pubblico che sopravvive benissimo, si direbbe quasi a dispetto dei propri stessi sceneggiatori (o quanto meno di una parte di essi).
Era inevitabile che un character del genere dovesse prima o poi approdare sul grande schermo. Ma lì il contesto è un po’ diverso. Sullo schermo occorre un interprete credibile, all’altezza del personaggio.
Ed è un stato un caso davvero fortunato che questo ruolo sia toccato a Hugh Jackman, attore australiano prima di allora pressochè sconosciuto, e chiamato a sostituire il rinunciatario Russell Crowe a sole tre settimane dall’inizio delle riprese del primo film sugli X-Men.
Crowe è un attore straordinario che apprezzo tantissimo, ma voi ce la vedreste la faccia di Massimo Decimo Meridio nei panni del mutante canadese? Io francamente no, stento a credere che un direttore di casting possa aver pensato a lui per questa parte.
Hugh Jackman non solo si è dimostrato più che all’altezza (°), ma è diventato Logan a tutti gli effetti: il suo Wolverine si è rivelato magnifico fin dalla prima apparizione, restando sempre due-tre spanne al di sopra degli altri interpreti, chiunque fossero e qualunque ruolo avessero. Al punto che sarebbe impossibile, ormai da tempo, immaginare qualcun altro al suo posto.
Il discorso sul Wolverine cinematografico cade giusto a fagiolo, dal momento che proprio oggi è prevista l’uscita nelle sale italiane di un nuovo film che lo vede protagonista, Wolverine – L’immortale, di cui potete apprezzare qui sopra la locandina. Ovviamente interpretato da Hugh Jackman, ci mancherebbe altro 😉
Sono impaziente di vederlo, e non appena soddisfatta la curiosità non mancherò di raccontarvi le mie impressioni!
Snikt! (°°)
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(°) Altrimenti, alla pari del personaggio dei fumetti alle prese con certi sceneggiatori, anche il buon Jackman non sarebbe sopravvissuto a quel plot caotico e mal congegnato di X-Men – Conflitto finale 🙂
(°°) Com’è noto ai fan, questo suono onomatopeico riproduce l’effetto sonoro degli artigli di Wolverine, nel momento in cui vengono estratti.
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(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)
Pingback: E Logan si prese la scena | Julian Vlad
L’ha ribloggato su U.B.EI.
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