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Mauro Moretti

Trenitalia ci dice (e pubblicizza con grande dispiego di mezzi) che possiamo viaggiare su treni modernissimi ad Alta Velocità.
Mah…

A fine 2008 hanno addirittura celebrato una bella inaugurazione, nonostante ci fossero (e ci siano tuttora) dei tratti della rete ferroviaria in cui la linea non è completata, e si viaggia ancora a velocità normale…
Ad esempio fra Novara e Milano, cioè per metà della tratta fra Torino e Milano, due centri decisamente secondari, ne converrete.
E poi per alcuni tratti fra Bologna e Firenze.
A parte l’ovvia domanda (che senso ha inaugurare qualcosa che non si è ancora finito di realizzare? Solo voler fare bella figura “fingendo” di aver rispettato i tempi di consegna dell’opera?), magari fossero solo quelli i problemi.

Da novembre 2008 ad oggi ho viaggiato per cinque volte da Torino a Roma e ritorno, per un totale di 10 viaggi in treno sull’intera distanza.
Per 9 volte ho preso l’Eurostar Frecciarossa, treno diretto senza cambi intermedi.
Per 5 volte su 9 questo treno modernissimo, velocissimo, e costoso (per le tasche dei viaggiatori) ha subito un ritardo variabile fra 40 e 65 minuti.

Per 3 volte su 5, il treno ha subito un ritardo di 40-45 minuti alla partenza; evidentemente vengono effettuati dei collaudi di prassi in deposito, prima di portare il treno in stazione al binario assegnato, e si vede che o questi controlli vengono effettuati con un margine di tempo troppo stretto rispetto all’orario di partenza – per cui ogni minimo problema comporta subito un ritardo consistente – oppure si è sempre trattato di problemi seri, tali da pregiudicare il viaggio.
Infatti, dopo l’attesa iniziale (e vi assicuro che trovarsi alle 7 del mattino in pieno inverno alla stazione di Torino Porta Nuova, che è in ristrutturazione ed è attraversata da correnti che pare di stare in mezzo agli Urali, non è divertente), tutte e tre le volte a Milano si è stati invitati a trasbordare su un treno gemello, che ha poi compiuto il resto del viaggio fino a Roma senza ulteriori contrattempi.

La quarta volta il treno è partito in orario da Torino, ma giunti a Firenze, senza alcun preavviso, e in fretta e furia, è stato necessario trasbordare (sempre su analogo treno al binario a fianco).
La quinta volta ho preferito viaggiare in InterCity, che non offre più nemmeno il vagone-bar neanche sulle lunghe percorrenze, ma costa quasi la metà e pur se piano, va sano e lontano.

Al ritorno, invece, di solito ero più fortunato.
Almeno fino a ieri, quando dopo una partenza in perfetto orario, e un viaggio fin lì ottimale, a un certo punto il treno si è fermato su un ponte da qualche parte dopo Bologna. E sembrava non riuscisse a ripartire.
Il capotreno ha annunciato un guasto al locomotore (!!), che era in corso di verifica da parte dei macchinisti.
Poi per fortuna, un po’ a singhiozzo e con molta cautela, il treno è ripartito, ed è alfine arrivato a Torino con un’ora di ritardo. Avevo giusto 55 minuti di tempo per la coincidenza che con altri 45 minuti di viaggio mi avrebbe riportato a casa. Ovviamente l’ho persa. E ho dovuto aspettare il treno successivo, che partiva un’ora più tardi.

Ora:
– un biglietto InterCity di 2° classe da Torino a Roma costa 45,50 euro, e il treno impiega 7 ore e 10 minuti a compiere il tragitto (passando da Genova, Massa Carrara, Pisa, Grosseto, lungo una tratta litoranea);
– un biglietto Eurostar Frecciarossa di 2° classe costa circa 77 euro (anche se al momento c’è uno sconto del 10% per gli acquisti on-line, quindi siamo a 69,50), e il treno impiega 5 ore e 45 minuti passando da Milano, Bologna e Firenze, lungo una tratta appenninica. Si risparmia circa 1 ora e ½ di viaggio ad un costo superiore di circa il 60%.

Ma se con una media di 5 viaggi su 9 (cioè oltre il 50% dei casi) con il Frecciarossa si rischia di arrivare con un’ora di ritardo, o di restare fermi di notte in mezzo al nulla su un ponte sperando che il guasto non sia così grave, si determina una pesante inefficienza, sotto qualsiasi profilo, sia economico che pratico. Inaccettabile. Ridicolo.

Fra l’altro, sui viaggi in Eurostar per un ritardo di superiore ai 25 minuti si ha diritto di chiedere il rimborso del 50% del biglietto che viene riconosciuto con un buono-acquisto (per un altro viaggio) da utilizzarsi nei 6 mesi successivi. Peccato che nell’inoltrare il reclamo non venga rilasciata nessuna ricevuta.
Io sto ancora aspettando notizie di un rimborso (più che giustificato) richiesto ai primi di gennaio.
Credo di non essere l’unico.

Se aggiungiamo a tutto ciò l’ormai annoso problema delle condizioni di manutenzione e pulizia dei servizi a bordo (trovatemi su un Eurostar un vagone in cui non ci sia una toilette su 2 chiusa per malfunzionamento, e in quella che per miracolo è aperta non manchi il sapone, o la carta, o le salviette, o non funzioni l’asciugatore a getto d’aria calda), e questo nonostante abbiano istituito la figura del manutentore di bordo addetto proprio a queste incombenze…
C’è da ridere per non incazzarsi troppo…


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(La foto che compare nell’articolo è tratta da questa pagina web)